Se volete, chiamatela… costipazione
Ovvero, il colon come il pozzo nero della civiltà
di Fabrizio Dresda
“Tutte le malattie hanno origine nell’intestino” – Ippocrate
Il nostro sistema gastrointestinale riveste un ruolo di importanza decisiva per il nostro metabolismo e la salute del nostro organismo. Esso svolge diverse funzioni a cominciare da quella fondamentale di digestione, assorbimento ed assimilazione del cibo ingerito. Ma altresì si rivela fondamentale in virtù della presenza delle placche di Peyer, situate nel passaggio dall’intestino tenue a quello crasso, una stazione di linfonodi che svolge il compito di regolare tutto il nostro sistema immunitario. Inoltre esso costituisce una parte fondamentale del nostro sistema nervoso, da alcuni ribattezzato come il “nostro secondo cervello”, infatti va detto che il nostro sistema nervoso si divide in centrale, periferico ed enterico. Quest’ultimo contribuisce quindi anch’esso alla formazione di pensieri ed emozioni tramite la produzione di neurormoni.
Il cibo che ingeriamo deve attraversare obbligatoriamente il nostro canale intestinale lungo circa 12 volte il nostro tronco, così come negli animali frugivori[1], è fondamentale che ciò di cui ci nutriamo sia specie-specifico. E’ notorio che il cibo aspecifico animale e vegetale è scarsamente metabolizzabile dal nostro apparato digerente di animale frugivoro, di conseguenza qualsiasi cosa ingurgitiamo che non sia frutta è destinata a rimanere scarsamente digerita ed assimilata, ma a ristagnare, soprattutto, lungo il nostro intestino crasso (colon), che si troverà a svolgere il ruolo di pozzo nero.
La formazione di questa vera e propria bomba chimica e batteriologica è stata designata nel corso della storia come costipazione, individuata come una delle cause principali (un focus), se non la principale, di tutte le patologie della civiltà, dato che il sangue porterà in giro verso tutti gli organi i risulti tossici di questa putrefazione intestinale provocata dal cibo aspecifico (cadaveri animali, uova, formaggi, cereali, legumi, zucchero bianco, alcool, bevande gassate, caffè ed altre meraviglie) scarsamente e malamente digerito che finirà per atrofizzare ed inquinare i nostri condotti digestivi.
La costipazione e il relativo processo di autointossicazione sono quindi, come sempre, causati dallo stile di vita civilizzato, e come sempre soprattutto da quello industrializzato, infatti ritroviamo la cattiva alimentazione, ma non solo: la vita sedentaria, l’inquinamento ambientale, lo stress, farmaci di vario genere, ecc. Come è noto l’aspettativa di vita è aumentata nella prima metà del Novecento in virtù in primis dell’aumentata disponibilità di frutta e verdura tutto l’anno, anche nei climi extratropicali (dove si trovano quasi tutti i Paesi più industrializzati), e questo grazie allo sviluppo dei mezzi di trasporto e delle tecniche di refrigerazione. D’inverno infatti, presso i popoli extratropicali, come quelli europei, la frutta è pressoché assente (tranne i tossici agrumi) e la mancanza delle fibre vegetali determinava una costipazione cronica, causa di svariate patologie, in virtù di un colon cementato. La causa era il consumo dominante e quasi esclusivo di cibo aspecifico come quello animale, cereali, legumi, alcool, e i pochi vegetali disponibili. Questi scarsamente digeribili finivano per depositarsi a quintali nel pozzo nero del colon; si tratta infatti di un cibo generalmente manipolato, cotto, acidificante, tossico, speziato, iperproteico, pieno di grassi saturi (e colesterolo), o di amido, glutine e caseina che rendono collosa e sclerotica la mucosa intestinale. A questo si aggiungano le cattive abitudini alimentari (mangiare troppo e spesso) o le cattive combinazioni alimentari (come combinare la quantità notevole di amido dei cereali con quella notevole di proteine dei legumi).
Il problema dell’ostruzione e della degenerazione intestinale risiede anche nel fatto che questi sono spesso silenti, poiché il più delle volte sono asintomatici, in virtù della scarsa innervazione senso-motoria del colon[2] (immaginate come vivrebbero gli uomini civilizzati se dovessero percepire anche ogni piccolo disturbo o disfunzione dei loro stomaci ed intestini, praticamente non vivrebbero più!).
La diffusione di problemi intestinali è testimoniata dalla presenza di numerose malattie correlate in modo diretto come: stitichezza, emorroidi[3], diverticoli, coliti, ernia iatale, appendiciti, parassitosi[4], disbiosi intestinale, cancro del colon (uno dei più diffusi in assoluto[5]) e via dicendo; ma anche dalla presenza di patologie indirette come: artriti, vene varicose, problemi cardiaci (basti pensare alla presenza maggiore concentrazione sierica di colesterolo in una alimentazione povera di fibre)[6], tumori (oltre quelli del colon) o problematiche psicologiche. Si nota che numerose persone (diversi milioni in tutto il mondo) si sottopongono a colostomia rimuovendo l’organo, oltre si spera il problema, nel solito modo insensato tipico della medicina (macelleria) moderna[7].
Il cibo aspecifico impiega circa 15-18 ore per attraversare tutto l’apparato digerente, da ciò si deduce che almeno una volta al giorno dovremmo defecare, se ciò non avviene, nel tempo, si va incontro ad uno stato di costipazione e di conseguente intossicazione. Infatti possiamo vedere come gli animali, gli uomini allo stato di natura o ancora in parte pure i bambini espellano le feci poche ore dopo aver mangiato, che è sinonimo di efficienza intestinale.
La costipazione intestinale va di pari passo con l’alterazione della flora batterica intestinale, infatti, favorisce il moltiplicarsi di batteri, tossine e parassiti tanto che si può dire che più di una persona su quattro, e quasi tutte facenti parte della parte più industrializzata del pianeta, presentano parassiti intestinali con presenze di vermi alcuni dei quali arrivano fino a 6 metri di lunghezza; si può dire che i vermi superino lo stesso cancro come problema per la salute umana[8].
L’ostruzione progressiva dell’intestino crasso si presenta con una sovrapposizione di membrane di muco sulla parete interna, che risulta irritata e atrofizzata a tal punto da non consentire il transito regolare del materiale fecale. Anzi gli uomini civilizzati presentano uno stazionamento o comunque un deposito formatosi negli anni di feci indurite ed incrostate lungo tutto l’intestino; a seguito di diverse autopsie non solo sono stati riscontati la presenza di numerosi vermi, parassiti e tossine ma ristagni delle feci fino ad anche quasi 20 Kg con un restringimento del condotto del colon fino a poco più di 2 cm di diametro dal quale passerebbe a stento anche una matita e viceversa un aumento del diametro esterno, per via dell’accumulo di rifiuti, anche di oltre 20-25 cm[9].
Diversi studi evidenziano come diverse popolazioni indigene viventi in uno stato perlomeno seminaturale, con una alimentazione più ricca di fibre vegetali, espellano una quantità di feci fino a cinque volte maggiore degli abitanti delle regioni occidentali più industrializzate e presentano una scarsa presenza di patologie correlate.
Morti per cancro del colon-retto, standarizzati per età, per 100.000 abitanti nel 2004 – World Health Organization, 2009
La frutta, in particolare, o comunque il cibo vegetale crudo ed integrale, ricco di fibre[10] e di acqua organica, è il solo cibo che favorisce il lavoro di smaltimento intestinale attraverso la lubrificazione ed umidificazione dei suoi condotti, viceversa il cibo raffinato, cotto e di origine animale porta nel tempo alla sua atrofizzazione ed intossicazione. Infatti per lungo tempo, gli uomini civilizzati, ma non ancora industrializzati, hanno dovuto fare ricorso a rimedi “naturali” per superare la costipazione, tramite l’uso di erbe, infusi, melassa, zolfo o se non proprio di clisteri[11], per tamponare momentaneamente il problema. Oggi l’abbandono di rimedi naturali e il cibo industriale hanno di molto aggravato la situazione e la sua risoluzione, a testimonianza vi è l’uso diffuso e sconsiderato di lassativi (tra i farmaci più venduti in assoluto[12]) che finiscono nel tempo per peggiorare il problema. D’altronde lo stato di intossicazione dell’organismo è facilmente riscontrabile sin dai primi anni di vita, o anche nel periodo adolescenziale, dai numerosi, inutili e dannosi interventi di asportazione chirurgica di tonsille e appendici, importanti organi del sistema linfatico che servono a depurare l’organismo da catarro, muco e tossine varie.
La costipazione intestinale porta nel tempo ad un intossicazione cellulare diffusa, ed ad un incremento di lavoro per gli altri organi emuntori: pelle, reni, fegato, polmoni e linfa, che per questo super lavoro risulteranno nel tempo affaticati ed ipofunzionanti. Come il nutrimento di una cellula sia questione letteralmente di vita o di morte fu dimostrato sperimentalmente da un ricercatore americano, futuro premio Nobel, del Rockfeller Institute For Medical Research, Alexis Carrell, il quale dimostrò, tramite un campione cellulare prelevato da un embrione di pollo, che una cellula correttamente nutrita e capace di eliminare regolarmente i rifiuti del suo metabolismo può vivere per una durata di tempo indefinita.
Si aggiunga che la costipazione, oltre che una fonte perenne di tossine e di malassorbimento dei nutrienti, si rivela causa di scarsa ossigenazione dei tessuti che causano astenia e stanchezza, ed una scarsa capacità di procedere all’eliminazione dei rifiuti del metabolismo, che a loro volta peggioreranno il quadro tossiemico, in un circolo vizioso sempre più asfissiante per la tenuta dell’organismo.
Il dott. Burkitt, famoso chirurgo inglese, riferì come malattie come diabete, obesità, ernia jatale, appendiciti, coliti, diverticolite, polipi e cancro al colon, sono praticamente sconosciute tra le tribù rurali dell’Africa orientale, e si parla comunque di tribù rurali di inizio Novecento, la cui dieta consisteva fondamentalmente in frutta fresca, vegetali e un po’ di cereali integrali. Quanto costipazione ed intossicazione intestinale siano foriere di gravi conseguenze, il medico inglese lo ricava da un semplice dato, cioè dal tempo di transito nell’intestino di materiale fecale che era almeno due volte più veloce in un membro della popolazione bantù rispetto ad un inglese medio. La permanenza nel tratto intestinale delle scorie metaboliche in putrefazione, a lungo andare, determina una tossiemia diffusa, un malassorbimento dei nutrienti ed un maggiore invece assorbimento di grassi.
La permanenza nella membrana della mucosa e nelle anse intestinali di residui di alimenti, farmaci o materiale di scarto non eliminato, può durare anni e anni, se non vi è una opera di disintossicazione; in molte persone, dopo che si sono sottoposte ad un programma di depurazione, di corretta alimentazione e di clisteri e lavaggi del colon, si è potuto vedere come eliminassero diversi chili di materiale incrostato e colloso, che spesso si presentava come un cordame di rifiuti lungo anche un metro e mezzo; e questa è la situazione che presenta la stragrande maggioranza della popolazione civilizzata, soprattutto quella industrializzata. L’intestino può presentare adesioni del tessuto mucoso, coliti, diverticoli, disfunzioni della mucosa, stenosi, ulcerazioni e spasmi muscolari. La sua intossicazione è quindi fonte di malattia per tutto l’organismo, al proposito Sir Arbuthnot Lane, chirurgo del re d’Inghilterra, ricorda che dopo i suoi interventi di asportazione di sezioni di intestino molti pazienti, durante la degenza postoperatoria, guarivano inaspettatamente di malattie, apparentemente, senza collegamento con l’intervento subito, come gozzo od artrite. Lo stesso Lane si convinse dell’importanza della focalità intestinale come causa di degenerazione patologica a carattere sistemico. Inoltre, il colon intasato può per effetto della gravità collassare[13], e il suo prolasso su altri organi come vescica, prostata, utero, ovaie, può provocare tutta una serie di spiacevoli conseguenze che non hanno in questi organi la sede principale di disturbi e infiammazioni. Secondo il famoso dott. John Harvey Kellog il 90% delle malattie nelle aree più civilizzate sono dovute ad una deficienza del colon.
Siccome le tossine della putrefazione, come anche le esotossine e micotossine dei parassiti intestinali, giungono al sistema nervoso alterandone la facoltà cognitive ed emotive ed alterandone quindi la percezione della realtà, possiamo affermare, senza tema di mentita, che le sorti del mondo civile sono rette più che da una cospirazione esoterica da una costipazione enterica.
[1] Negli animali carnivori o granivori il tubo digerente è più corto del nostro, mentre negli erbivori è più lungo.
[2] Fa eccezione il retto dove l’innervazione è maggiore e dove è più facile anche percepire il dolore, al riguardo si pensi alle penose emorroidi.
[3] La posizione per defecare naturale è solo quella accovacciata, che permette ai nostri organi addominali di rimanere stabili nella loro sede naturale. Sappiamo che gli indiani e le popolazioni indigene non avevano problemi rettali e di emorroidi perché usi ad evacuare in posizione accovacciata. Mentre seduti, in modo innaturale, sul w.c. le vene possono essere portate a sporgere sul retto e inoltre non si consente un adeguato svuotamento del materiale fecale del colon sigmoideo, che non riesce a dilatarsi a dovere in quelle posizione di defecazione antifisiologica.
[4] Si stimano oltre 200 milioni di persone infette da parassiti intestinali
[5] Il tumore del colon-retto è il secondo tumore più diffuso al mondo e tra i più letali; infatti, muoiono ogni anno quasi 400 mila persone per il cancro del colon.
[6] Si consideri che anche manifestazioni comunissime come nausea, vomito, diarrea, reflusso gastro-esofageo, meteorismo, flatulenza e via dicendo denotano spesso come il nostro apparato digerente sia messo a dura prova dalla cattiva alimentazione civilizzata.
[7] I colostomizzati dovranno eliminare per il resto della loro, le faci attraverso un orifizio artificiale comunicante con una sacca appesa al corpo.
[8] Oggi più di una persona su quattro è affetta da presenza di vermi.
[9] Fino ad un po’ di tempo fa si misurava una sostanza, l’indicano, nell’analisi dell’urine per valutare l’assorbimento di tossine da parte dell’intestino, oggi questo esame è pressoché scomparso dalla diagnostica, a testimonianza della scarsa considerazione di cui gode l’intossicazione del colon.
[10] In particolare sono essenziali soprattutto le fibre della frutta perché sono fibre solubili, mentre quelle dei cadaveri vegetali sono fibre insolubili.
[11] I clisteri o, peggio, i lavaggi del colon possono procurare irritazioni dell’intestino ed effetti negativi sul suo equilibrio elettrolitico. Bisognerebbe ricorrervi solo in casi d’emergenza e senza altre possibilità più fisiologiche di de-costipazione.
[12] Solo negli Usa il mercato dei lassativi muove un giro d’affari di circa 350 milioni di dollari, tenendo conto che sono più di 70 milioni gli americani che hanno problemi intestinali.
[13] Il colon trasverso è il tessuto corporeo più molle in assoluto.