La definizione scientifica di “Vita” è esattamente “ciò che si nutre”. Cioè la “Vita” riguarda ciò che attua continuamente una dinamica nutrizionale, vale a dire esattamente “unità strutturali specifiche che entrano e altre unità strutturali specifiche che escono” (ad esempio, noi mangiamo solo alcune volte al giorno, ma ogni nostra singola cellula si nutre in continuazione, proprio 24 ore su 24, “bruciando” in continuazione il Cibo che abbiamo ingerito, anche solo per mantenere continuativamente la nostra temperatura corporea).
Infatti, anche la definizione etimologica di “Vita” riguarda sempre proprio la Nutrizione, avendo esattamente la stessa radice etimologica delle parole “Vitto”, o “Vivanda”, o “Viveri”, che significano sempre la stessa identica cosa: “Cibo”.
È difficile formare una struttura macroscopica organica che non sia vivente, in quanto essa tende ad essere degradata velocemente nelle sue componenti strutturali più piccole, sia per motivi interni che esterni ad essa. È anche per questo motivo che la natura ci ha messo oltre 4 miliardi di anni per riuscire (solo circa 60 milioni di anni fa) a costruire una struttura organica macroscopica che non sia Viva, ma che, allo stesso tempo, si conservi intatta almeno per un certo tempo; questa struttura è quindi non solo, proprio biochimicamente, evolutissima, ma addirittura l’unica struttura organica macroscopica sull’intero pianeta che non è assolutamente viva: il Frutto.
Il Frutto nasce, infatti, proprio come difesa della pianta, che, addirittura fin dall’inizio della fase primordiale pluricellulare in poi (dopo, cioè, la fase unicellulare in cui il ciclo H si chiudeva proprio con un “microfrutto” primitivo, già privo di vita, in quanto oligomolecolare), ha sempre dovuto combattere per non farsi mangiare parti vitali di se stessa, esattamente dalla componente animale più vicina.
Per far ciò, la pianta ha dovuto “inventare” una struttura organica “esterna” ad essa, esclusivamente a scopo nutrizionale, appunto il Frutto, e poi, per rendere chiarissimo all’animale che è solo ed esclusivamente quello che deve mangiare, ed assolutamente non altro (qualsiasi altra cosa, come foglia, fusto o radice, danneggerebbe enormemente o ucciderebbe la pianta stessa), lo ha Colorato (per attrarre visivamente l’animale), lo ha Profumato (per attrarre olfattivamente l’animale), lo ha reso Dolce e Gustoso (per innescare anche l’attrazione gustativa dell’animale), ecc.
Quindi, quando la Pianta, circa 60 milioni di anni fa, ha “inventato” il Frutto, ha creato la prima e unica struttura macroscopica organica non vivente, e lo ha fatto, dunque, solo ed esclusivamente a scopo nutrizionale animale, proprio per non farsi come minimo danneggiare, uccidendo altre sue parti, viventi, appunto. In altre parole, il Frutto non è vita, né tanto meno un Essere Vivente, ma solo ed esclusivamente una Struttura Nutrizionale.
E, mangiando un Frutto, non solo non si danneggia, né tanto meno si uccide nessuno (è stato creato dalla Pianta proprio per questo), ma addirittura si consente alla Pianta la sua riproduzione (disseminazione zoocora), gettando poi il seme (epizoa, tipica dei primati, compreso l’Uomo), o defecandolo (endozoa, tipica degli uccelli). A conferma di tutto ciò, è la fisiologia stessa del Frutto. Il Frutto è l’ingrossamento dell’ovario di un fiore.
Quando inizia questo ingrossamento il Frutto è verde (Frutto acerbo), proprio perché sulla sua struttura esterna ci sono i Cloroplasti, che gli servono per letteralmente costruire tutte le sostanze nutrizionali, proprio accumulando le quali, il Frutto trae il suo stesso ingrossamento; quando l’ingrossamento è terminato (Frutto maturo), i Cloroplasti si trasformano in Cromoplasti (da “Cromo”=Colore) ed il Frutto si colora.
Allo stesso tempo dal Picciolo di collegamento con la Pianta non passa più Linfa, il metabolismo parziale precedente (comunque non vitale, in quanto solo di entrata e non di uscita) del Frutto cessa del tutto, e si trasforma tecnicamente in stasibolismo (cioè non vitale, vale a dire senza unità strutturali specifiche in entrata o in uscita dal Frutto; il termine “stasibolismo” deriva proprio dal fatto che non c’è più assolutamente vita, il Frutto non ha più nessun cambiamento strutturale, da cui è assolutamente impossibile usare più nemmeno la parola vitale “metabolismo” in quanto deriva da “metabole” che vuol dire invece proprio esattamente “cambiamento”), rimanendo, dunque, solo la biochimica antidegradativa (esclusiva dello stasibolismo), cioè quella biochimica minima assoluta che gli consente di non degradare organicamente le sue strutture per un certo tempo (proprio in
attesa di essere mangiato).
Dunque, per definizione stessa di “Vita”, cioè “unità strutturali specifiche che entrano ed unità strutturali specifiche che escono”, il Frutto non è mai Vivo, né in fase di maturazione in corso, in quanto non ci sono “unità strutturali specifiche che escono”, né tanto meno in fase di maturazione completata, in quanto addirittura non ci sono più né “unità strutturali specifiche che entrano” (dal Picciolo non entra più Linfa), né “unità strutturali specifiche che escono” (cioè non vengono appunto mai utilizzate per vivere, proprio perché servono solo ed esclusivamente a far vivere chi ne mangia).
In sintesi biologica, quindi, mentre la “Vita” è “ciò che si Nutre”, il Frutto è, diversamente, “ciò che nutre”. Ma per capire tutto ciò bastava anche una minima logica, visto che il Frutto non solo non si Nutre, ma palesemente nemmeno si Riproduce, e quindi nemmeno fa figli, tutte caratteristiche che, invece, sono sempre potenzialmente presenti in assolutamente tutti gli esseri “Viventi”.
Conclusione, quando si sente chiedere “ma anche con la Frutta non si uccide?” si può subito rispondere: “Assolutamente no, in quanto il Frutto non è un Essere Vivente, ma una struttura nutrizionale”. E si può anche aggiungere: “non solo non si uccide nessuno, ma addirittura si salva la Vita della Pianta(Embrione), in quanto si consente la sua Riproduzione”.