Nonostante le numerose evidenze scientifiche che mostrano inequivocabilmente i danni fisiologici ed ambientali del consumo di carne, una fetta consistente della opinione pubblica e della comunità scientifica, sicuramente a causa dell’assuefazione alla necrofagia, continua a bandire la necessità del suo consumo. Non solo, anche parti di una cultura alimentare critica verso l’establishment (si veda istintoterapia, paleodieta, crudisti, ecc.) vede nel consumo di cadaveri animali una necessità biologica. Considerato tutto ciò ci siamo permessi, seppure in sintesi (o meglio ancora in pillole), di voler ritornare sull’argomento per metterci una volta per tutte una pietra tombale. Insomma un requiem per il carnismo (in attesa di un futuro requiem per la necrofagia vegetale) in 90 punti che nella smorfia rappresentano la paura.