I bambini hanno bisogno di più natura e meno tecnologia

Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia. La cosa più bella della vita è che la nostra anima rimanga ad aleggiare nei luoghi dove una volta giocavamo. – Khalil Gibran

Un tempo l’ambiente naturale ci circondava, ci nutriva, con i suoi ritmi ci guidava, con le sue leggi ci insegnava. Gli adulti erano più tranquilli e lasciavano molta libertà ai bambini che potevano correre e giocare liberi per boschi. I bambini si riunivano naturalmente in gruppi misti di diverse età, i più grandi si prendevano cura dei più piccoli e i piccoli imitavano e imparavano dai grandi.

Il contatto con l’ambiente naturale era garantito perché l’ambiente naturale coincideva con l’ambiente di vita.

Gli effetti dell’ambiente naturale sul bambino

I bambini hanno un gran bisogno di muoversi, meglio se in un ambiente ricco di stimoli e sfide. La natura, infatti, accresce le nostre capacità sensoriali, che sono il primo e più importante strumento di autodifesa. Se i nostri figli vivono a stretto contatto con la natura, imparando a vedere il mondo direttamente, avranno maggiori possibilità di sviluppare le capacità psicologiche di sopravvivenza che li aiuteranno ad individuare il vero pericolo, sarà di conseguenza meno probabile che vedano pericoli dove non ci sono.

Giocare nella natura può infondere un’istintiva fiducia in sé stessi.

Studiando esperienze negative come lo stress o il deficit di attenzione, si è visto come l’ambiente naturale, rispetto all’ambiente costruito, produce un maggior numero di cambiamenti psicologici nei confronti del rilassamento, ad esempio quello muscolare o della diminuzione della pressione sanguigna, ed una grande riduzione di sensazioni negative quali la paura, la rabbia, la tristezza. L’ambiente naturale garantisce una maggiore efficacia nel mantenimento dell’attenzione e più alti livelli di esperienze di benessere, interpretato quest’ultimo come sensazione di fascino, di abbandono, di sentirsi in armonia, di sentirsi un tutt’uno. Molti bambini sembrano trarre beneficio dallo stare all’aperto. Non solo lo stare all’aperto è piacevole, ma la ricchezza e la novità delle sensazioni stimolano lo sviluppo delle funzioni cerebrali. La conoscenza è radicata nella percezione e lo stare a contatto con la natura è la prima fonte di percezione.

Un altro beneficio a lungo termine è che il bambino, se messo in condizione di godere di numerose esperienze positive all’aperto, con la guida di idonei modelli di comportamento, può imparare ad avere cura dell’ambiente.

I bambini sono fiori da non mettere nel vaso: crescono meglio stando fuori con la luce in pieno campo. Con il sole sulla fronte e i capelli ventilati: i bambini sono fiori da far crescere nei prati. – Roberto Piumini

L’allontanamento dalla natura: cosa provoca.

Il numero degli statunitensi adulti in soprappeso è cresciuto di più del 60% tra il 1991 e il 2000. Fra il 1989 e il 1999 si è verificato un incremento pari al 36% dei casi di soprappeso nella fascia di età compresa fra i 2 e i 5 anni. E due giovani americani su dieci sono obesi. Questo valore si è quadruplicato alla fine degli anni Sessanta. Negli Stati Uniti i ragazzi tra i sei e gli undici anni trascorrono più di quaranta ore alla settimana davanti alla televisione o al computer. Il tempo trascorso guardando i programmi televisivi è direttamente correlato ai livelli di grasso corporeo. Le malattie cardiache e gli altri effetti negativi dell’inattività dei giovani si manifestano solitamente dopo diversi decenni. Si è però notato che la mancanza di movimento produce un altro risultato, questa volta immediatamente documentabile, ovvero la depressione dei bambini.

Un’infanzia sedentaria condotta tra le quattro mura domestiche comporta problemi mentali.

Quasi otto milioni di bambini statunitensi soffrono di disturbi mentali e l’ADHD è uno dei più diffusi.  I ragazzi affetti da questa sindrome sono irrequieti ed hanno difficoltà nel prestare attenzione, nell’ascoltare, nel seguire indicazioni e nel concentrarsi sui compiti loro affidati. I pazienti potrebbero essere aggressivi o addirittura antisociali e potrebbero avere problemi in ambito scolastico. Nuovi studi suggeriscono che il contatto con la natura può ridurre i sintomi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e può migliorare le capacità cognitive e la resistenza agli stress negativi e alla depressione nei bambini.

Richard Louv, educatore americano, ha fondato il sito internet per la tutela dell’infanzia “Connect for Kids” e pubblicato il libro “L’ultimo Bambino nei Boschi” che vi invito a leggere riguardante il rapporto tra bambini e natura.

I bambini vivono attraverso i sensi. Le esperienze sensoriali collegano il mondo esterno a quello interiore, nascosto e affettivo. L’ambiente naturale è la fonte principale della stimolazione sensoriale e, quindi, la libertà di esplorare e giocare con esso attraverso i sensi è essenziale per lo sviluppo sano della vita interiore. Questo tipo di rapporto, nato spontaneamente e autonomo, viene chiamato “gioco libero”. I singoli bambini si mettono alla prova interagendo con l’ambiente, attivando il loro potenziale e ricostruendo la cultura umana. Il contenuto dell’ambiente è un fattore cruciale in questo processo. Un ambiente ricco e aperto fornirà sempre delle valide alternative alla creatività, mentre uno chiuso e privo di attrattive limiterà la crescita e l o sviluppo del singolo individuo o del gruppo.

Fonte: L’importanza del CONTATTO con la natura per lo SVILUPPO COGNITIVO e RELAZIONALE del bambino a cura del: Dott. Federico Cipparone Formatore, Psicologo dello Sviluppo e dell’Educazione Esperto in Outdoor Education & Training.