Le foreste delle Dolomiti pronte a rinascere dopo la terribile devastazione che le ha colpite lo scorso autunno, quando uno dei più importanti patrimoni boschivi italiani è stato sradicato dal vento. Circa 400 nuovi alberi di abeti e larici sono attualmente in cura, in attesa di essere piantumati tornando a colorare di verde gli splendidi monti del Trentino.
Mentre procedono i lavori di ripristino delle foreste, sui versanti a maggiore rischio di erosione è partita la messa a dimora dei nuovi alberi. Ne servono tanti, per questo la comunità di Fiemme si è rimboccata le maniche e si è messa al lavoro coltivando circa 400 mila piantine che attualmente sono in cura nella loro nuersery, il vivaio storico di Solaiolo e quello di Lagorai.
A raccontare questa storia di rinascita è stato il giornalista Andrea Selva, che in un breve documentario dal titolo “La primavera delle foreste”, ha ricostruito il viaggio dei baby-alberi, dal seme alle foreste ferite.
Attualmente i due vivai (il primo in piena attività, il secondo riaperto in seguito alla tempesta Vaia) stanno crescendo circa 400 mila nuovi alberi di baby-conifere.
A Solaiolo, c’è la nursery, un filare in cui dal terreno emergono piccoli germogli: sono i primi segni di vita dei semi appena piantati. Accanto a essa vi è “l’asilo nido”, che ospita le piantine più cresciute ma ancora troppo delicate per essere trasportate sui versanti delle Dolomiti:
“Quando i piccoli abeti, ma anche i larici, hanno un paio d’anni, arriva il momento di trapiantarli in un altro settore del vivaio, dove hanno più spazio e aria per crescere” spiega Ilario Cavada, tecnico forestale della Magnifica Comunità di Fiemme.
A quel punto, una squadra con un’apparecchiatura studiata ad hoc si occuperà della messa a dimora delle nuove piantine. I tempi sono quelli della natura e non sono brevi. Saranno necessari quattro anni prima per avere piantine pronte e in grado di sopravvivere lungo i versanti ripuliti dagli alberi caduti a causa del vento e delle tempeste:
“In questi quattro anni gli alberi vengono seguiti praticamente ogni giorno nel periodo che va dalla primavera all’autunno. Ci sono enormi versanti scoperti e l’obiettivo è quello di piantumarli prima che l’erosione cambi il nostro territorio. Così i tempi sono molto più veloci rispetto a quella che sarebbe la rinnovazione naturale delle foreste” spiega ancora Cavada.
Fa impressione quanto sia indifeso un abete di due anni: basta qualche erbaccia per soffocarlo, figuriamoci che succede se da quelle parti passa un branco di cervi affamati. «Ecco perché bisogna dare una mano alle foreste in questo momento in cui sono in difficoltà»
Alacre il lavoro anche presso il vivaio forestale Lagorai, che sorge nei pressi di Lago di Tesero. Qui, nei decenni scorsi erabo stati curati migliaia di abeti rossi che oggi popolano le foreste trentine. Chiuso per anni, il vivario è stato riaperto a gennaio grazie alla Magnifica Comunità di Fiemme che l’ha già rimesso in attività.
“La stima dei nuovi alberi che stanno crescendo nei nostri vivai è di circa 400 mila. Naturalmente non saranno tutti pronti nello stesso momento, ma già prima di Vaia avevamo un buon numero di alberi tanto che in alcune zone dove i boscaioli hanno terminato il loro lavoro è già partita la piantumazione” spiega Cavada.
Ecco il documentario:
La foresta delle Dolomiti rinascerà grazie anche a questo contributo, di cui usufruiranno soprattutto le future generazioni.