Un’intera città dove è vietato l’uso e il consumo di carne perché la religione non permette il massacro di animali. Palitana, nello stato di Gujarat, in India è una cittadina dove il vegetarianesimo è stato imposto.
Dal lontano 2014 a Palitana, gli animali non vengono più macellati e sia la vendita che il consumo di carne e pesce, viene considerato illegale. Una decisione alla quale si è arrivati dopo che oltre 200 monaci avevano iniziato uno sciopero della fame, con la promessa di non fermarsi finché non si sarebbe optato per la fine del massacro degli animali.
La protesta dei monaci affonda le sue radici nel giainismo, una delle più antiche religioni del mondo, secondo cui nessun essere vivente deve essere maltrattato a tal punto che i Jain non solo non si cibano di animali, ma neanche di tutte quelle piante come cipolle, patate, carote, rape e bulbi, in cui viene estirpata interamente.
Vietato anche il miele e tutti quei frutti dove non è possibile separare dalla polpa i semi come il melograno e i kiwi, perché così facendo non si permette di compiere il ciclo di vita. Una visione estrema che è abbracciata da circa 5milioni di persone, il numero di fedeli che crede nello giainismo. Uno dei siti più sacri è proprio la Palitana, dove la carne è contro l’insegnamento della religione.
Il 14 agosto del 2014, il governo del Gujarat ha quindi dichiarato la città una “zona senza carne”, istituendo il divieto assoluto sulla vendita di carne e uova e una legge contro il massacro di animali.
Una decisione che tutt’oggi non mette d’accordo proprio tutti. Mentre i Jain esultano, per i musulmani e pescatori, la situazione è diversa. I primi rappresentano il 25% della popolazione che lamentano il fatto di essere stati obbligati a diventare vegetariani e si sentono violati dei loro diritti; i secondi hanno dovuto chiudere le loro attività e rimproverano il governo locale di aver creato una norma ad hoc che li ha penalizzati.