Nice è una venticinquenne donna Masai che dal 2009 è riuscita a salvare oltre 10mila bambine dalla mutilazione genitale, una pratica barbara da cui anche lei era riuscita a sfuggire.
Per una donna, nascere e crescere in un villaggio rurale su un pendio del monte Kilimanjaro, in Kenya significa sottostare a delle regole che non ammettono slanci alternativi o ribellione, eppure Nice ce l’ha fatta e continua a battersi per garantire anche alle altre, un futuro migliore.
Rimasta orfana all’età di 9 anni e adottata da una zia, Nice Nailantei Leng’ete, oggi operatrice e ambasciatrice di Amref Health Africa, era scappata di casa per sfuggire alla mutilazione.
Una voce fuori dal coro in una tribù patriarcale che l’ha spinta a intraprendere la sua opera di sensibilizzazione sui pericolosi effetti delle mutilazioni e nonostante i suoi interlocutori fossero gli anziani capi e i Moran, ovvero i giovani guerrieri che sposano le bambine Masai, ha ottenuto molti risultati.
Dal 2008 è l’educatrice della comunità e ogni giorno si batte non solo contro le mutilazioni, ma anche per evitare matrimoni di spose bambine e per la promozione dell’istruzione femminile.
Il suo impegno è noto in tutto il mondo, perché ha portato la causa femminile Masai fuori dal villaggio rurale. Lo scorso agosto, dopo aver partecipato alla borsa di studio “Mandela Washington” per Giovani Leader Africani, Nice ha anche preso parte ad un evento presieduto dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
I Riti Alternativi
Al posto del rito tradizionale delle mutilazioni, Nice insieme ad Amref propone un approccio moderno che vuole migliorare e incoraggiare la salute e l’istruzione delle bambine e delle ragazze coinvolgendo anziani, madri e i guerrieri Moran.
Il nuovo rito che dura tre giorni è una tradizione in cui non ci sono “tagli”, ma dove il passaggio all’età adulta si celebra venendo benedette sui libri e cantando: “Spegniamo il fuoco delle mutilazioni, accendiamo la luce dell’istruzione”.
Nice in questi giorni è in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica e portare il suo impegno in politica come come paladina dei diritti femminili, alle elezioni del 2022 in Kenya.
Ma non solo, l’appello della giovane donna Masai rafforza la campagna “Diventare Grandi”, che ha l’obiettivo di finanziare delle borse di studio per il corso di ostetricia in Mozambico, altre presso la scuola secondaria femminile di Maridi in Sud Sudan, nella speranza che le studentesse scelgano di diventare future operatrici sanitarie contribuendo allo sviluppo dei propri villaggi.
Le mutilazioni nel Rapporto Unicef
Secondo l’Unicef sono almeno 200 milioni le bambine che hanno subito le mutilazioni genitali femminili, 70 milioni sono nel 2014, 44 milioni non hanno più di 14 anni.
Ogni anno sono 3 milioni le donne nel mondo che rischiano di essere tagliate, violate nella loro intimità e scosse a livello psicologico per sempre. Succede e non solo in Kenya, per questo il rito alternativo può essere la strada giusta per il cambiamento.
Di storie come quella di Nice ce ne sono tante, ricordiamo l’anziana leder Inkosi Theresa Kachindamoto che in Africa ha fatto annullare 330 matrimoni tra adulti e bambine, come lei anche l’attivista e psicologa indiana Kriti Bharti.
Donne straordinarie che cambiano il mondo, anche nelle tribù strettamente patriarcali.
Dominella Trunfio