E se la donna potesse autoriprodursi senza l’uomo?

partenogenesi-oggi-marianne-wexLa partenogenesi umana come è tematizzata in questo libro, sullo sfondo della ricerca medica, biologica, antropologica, storica.

Il termine partenogenesi significa parto verginale e viene dal greco:

Parthenos = Vergine
Genesis = Origine, nascita, diveni

In senso biologico la partenogenesi è la capacità delle piante, degli animali e degli esseri umani femminili di riprodursi da sé, senza la partecipazione di un altro sesso.

Con queste annotazioni vorrei introdurre il tema “partenogenesi umana”. Prenderò in esame, tra l’altro, i rapporti medici e biologici del XIX e XX, e gli studi antropologici e storici.

Vorrei soprattutto mostrare la varietà della nostra Madre Natura. Vedremo, nei capitolo seguenti, che l’infinita forza creatrice non ha sviluppato soltanto due modi di assicurare la nostra sopravvivenza umana.

La scienza ufficiale distingue due tipi di partenogenesi: quella “spontanea” e quella “sperimentale”.

Partenogenesi spontanea significa lo sviluppo non controllato, bensì iniziato spontaneamente, dall’embrione nel grembo materno. Nella partenogenesi sperimentale si tratta di una produzione artificiale della partenogenesi, attraverso sostanze chimiche e altri metodi. In generale la discendenza partenogenetica è esclusivamente femminile; molto rari sono i parti di cosiddetti ermafroditi o di maschi.

Una stima della presenza della partenogenesi umana negli Stati Uniti dice che essa, tra le donne di origine europea, è oggi altrettanto frequente della nascita di gemelli monovulari. Tra le donne di diversa origine etnica, la quota è leggermente più alta (1).

Vorrei qui sottolineare che nel tema della “partenogenesi umana” non è tanto importante per me la sua frequenza, quanto il fatto che è una parte essenziale della nostra vita. Inoltre non mi interessa soltanto la nostra riproduzione uni- o bisessuale, ma la varietà della nostra creatività, quale si manifesta anche sul piano fisico.

Vale la pena di menzionare il fatto che oggi sono conosciute circa mille specie animali che si riproducono esclusivamente per via partenogenetica, per esempio gli ostracodi, i ragni setaioli, molti insetti, vari pesci e lucertole. Vengono citate più di venti specie di vertebrati(2), e anno per anno aumentano le scoperte in questa direzione.

La maggior parte delle specie sul nostro pianeta, esseri umani compresi, vivono in parte in modo partenogenetico, ed in parte in modo bisessuale. Sappiamo che la frequenza della riproduzione partenogenetica o plurisessuale dipende anche dal clima.

La diffusione relativamente ampia della riproduzione partenogenetica nelle piante e negli animali cosiddetti inferiori si può considerare oggi un fatto conosciuto anche al di fuori dell’ambiente dei biologi. Ma quando si tratta di partenogenesi nei vertebrati o addirittura nei mammiferi e infine nelle donne, incontriamo un grosso tabù, dai connotati fortemente emotivi.

Note
1. Francoer, Robert T., “Utopian Motherhood”, New Jersey, A.S., Barnes & Co., p.140.
2. White, Michel J.D., “Modes of Specification”, Freeman & Co., San Francisco 1978.
Tratto dal libro: “Partenogenesi Oggi” – Marianne Wex