Mentre io e Soc ci avvicinavamo al campus, uno studente mi allungò un volantino. Gli diedi un’occhiata. “Soc”, dissi. “Guarda un po’ qui. È per la salvaguardia di cetacei e delfini. La settimana scorsa – sospirai – me ne hanno dato uno sulle popolazioni oppresse; la settimana prima ancora un altro sui bambini che muoiono di fame. A volte mi sento così in colpa, visto che dedico tanto tempo su me stesso quando c’è così tanta gente bisognosa là fuori”.
Socrate mi guardò senza espressione e continuò a camminare come se non avessi detto nulla.
“Mi hai sentito, Socrate?”
In tutta risposta, si fermò, si voltò verso di me e disse: “Ti do cinque dollari se riesci a schiaffeggiarmi in viso”.
“Prego? Che c’entra con…”
“Dieci verdoni” m’interruppe, alzando l’offerta. E si mise a darmi degli schiaffetti per gioco. Ma io respinsi la provocazione.
“Non ho mai colpito un vecchio prima d’ora e non intendo farlo…”
“Credimi, ragazzino, non c’è pericolo che tu riesca a colpire questo vecchio; hai i riflessi di una lumaca”.
Era troppo. Roteai un po’ il braccio e poi assestai il colpo.
Mi ritrovai steso a terra, bloccato da una dolorosa presa al polso. Mentre Soc mi aiutava a rialzarmi, mi domandò: “Hai notato come fare un po’ di leva possa essere di grande aiuto?”
“Già, certo che l’ho visto”, risposi io, scuotendo e massaggiandomi il polso.
“Per poter essere veramente d’aiuto agli altri, devi prima comprenderli: ma non si può capire gli altri se prima non si capisce se stessi. Conosci te stesso; preparati; sviluppa la lucidità di mente, il coraggio e la sensibilità necessarie per esercitare la giusta pressione, per far leva in modo corretto, nel posto giusto al momento giusto. Poi agisci”.
Tratto dai libri: “Il sacro viaggio del guerriero di pace” – Dan Millman