A Expo 2015 le multinazionali nutrono loro stesse, non il Pianeta. Sabato 2 maggio Vandana Shiva ha preso parte ad Expo 2015 per lanciare un messaggio che va in direzione contraria rispetto agli intenti delle multinazionali alimentari e degli Ogm presenti al grande appuntamento internazionale. L’abbiamo intervistata in esclusiva.
La scienziata ed ecologista indiana, che nel 1991 ha fondato l’associazione Navdanya, ha presentato il manifesto Terra Viva a Cascina Triulza, l’unico padiglione di Expo che non è stato costruito da zero per la manifestazione, ma che come struttura era già presente in loco. Si presenta come il Padiglione della Società Civile, dove associazioni e organizzazioni internazionali e nazionali possono presentare il proprio punto di vista sulla sostenibilità.
Di fronte ad una manifestazione come Expo 2015 non possiamo ignorare i temi dell’avanzata del cemento e del predominio delle multinazionali del cibo e degli Ogm. Ad Expo sono presenti realtà altamente discutibili dal punto di vista della sostenibilità e del rispetto del Pianeta, come McDonald’s e Coca Cola, diventate – nostro malgrado – sponsor ufficiali di un evento che ha come slogan “Nutrire il Pianeta”.
Entrambe le multinazionali sono in crisi negli Stati Uniti, dove secondo i dati ufficiali delle stesse aziende le vendite di bibite gassate e di piatti da fast food sono in calo. Ecco che allora le due maggiori multinazionali alimentari cercano di guadagnare terreno altrove, nel vecchio continente, proprio a partire dall’Italia e dalla luccicante vetrina dell’Expo. Siamo noi consumatori, con le nostre scelte di acquisto, e di “non acquisto”, a determinare il successo delle aziende e dei loro prodotti. Se non vogliamo che determinate aziende abbiano così tanto potere nelle proprie mani, perché continuiamo ad acquistare i loro prodotti a cuor leggero?
Ogm e prodotti industriali non sono la soluzione alla fame nel mondo. Ecco allora che a Expo 2015 Vandana Shiva vuole proporre una soluzione differente, basata sull’agricoltura naturale e locale, sul lavoro dei coltivatori rurali, nel pieno rispetto della terra e del Pianeta.
Non possiamo lasciare che il problema della “fame nel mondo” venga gestito dalle maggiori multinazionali del cibo e degli Ogm. Le loro risposte alla questione non hanno fini benefici, favorevoli alle popolazioni più povere, ma puntano solamente all’arricchimento delle stesse aziende. Ecco perché secondo le parole di Vandana Shiva, a Expo 2015 le multinazionali nutrono loro stesse, non il Pianeta.
Le previsioni per il futuro del Pianeta purtroppo non sono rosee. Secondo i dati del manifesto Terra Viva, entro il 2030 la terra fertile verrà erosa ad una velocità tra le 10 e le 40 volte superiore alla sua capacità di rigenerazione.
Si tratta di questioni legate al cambiamento dell’uso dei suoli avvenuto negli ultimi due secoli. Dai terreni agricoli ecco i suoli destinati all’urbanizzazione e all’industrializzazione. Il cambiamento ci ha portato a produrre ingenti emissioni di anidride carbonica, alla scomparsa di gran parte delle praterie, delle savane e delle foreste tropicale.
Di questo passo entro il 2030, secondo Terra Viva, assisteremo ad una continua espansione del cemento e ci troveremo di fronte ad una crescita dell’area urbana pari a 1,2 chilometri quadrati, una superficie equivalente a quella del Sudafrica.
Il consumo di suolo non ha soltanto conseguenze ambientali, ma anche un forte impatto sociale. Secondo il manifesto Terra Viva, infatti, il 40% dei conflitti tra gli Stati negli ultimi 60 anni è nato dagli scontri per il controllo delle risorse naturali e della terra.
“C’è bisogno di un nuovo patto che riconosca che noi siamo il suolo: veniamo dal suolo, siamo sostenuti dal suolo. Prendersi cura della terra è il lavoro più importante che gli agricoltori possano fare. Il messaggio che lanciamo dall’importante vetrina di Expo è forte e chiaro: la nuova democrazia è la democrazia della Terra” – ha spiegato Vandana Shiva.
La scienziata ed ecologista indiana pochi giorni prima della presentazione del manifesto Terra Viva ha ricordato una questione molto importante sul suo blog:
“Si sono accordate tra loro per brevettare i nostri semi, per influenzare la ricerca scientifica, per negare ai cittadini il diritto di essere informati, attraverso leggi sull’etichettatura degli Ogm. Le multinazionali che hanno distrutto i nostri terreni e la nostra salute ora saranno tutte ad Expo“.
Ad Expo la voce di Vandana Shiva va controcorrente. La scienziata ed ecologista indiana nei mesi scorsi ha accettato di essere tra gli ambassador di Expo 2015, probabilmente proprio per rappresentare una voce fuori dal coro e con l’obiettivo di ricevere ascolto in un contesto internazionale. “Expo non sia occasione di spreco e corruzione” – aveva chiesto sin dall’inizio.
Con la speranza che sempre più persone possano rendersi conto di quanto la difesa del Pianeta e dell’agricoltura naturale sia più importante degli interessi delle multinazionali, impegnate sempre più nell’aumentare i propri profitti e non nella difesa dei diritti dei cittadini, a partire dal diritto al cibo.
“Ogni cittadino ha il diritto e il dovere di pensare a come nutrire il Pianeta senza distruggere l’ambiente e a come nutrire se stesso senza rovinare la propria salute. Per dare questo contributo non è necessario essere ad Expo. Si può essere ovunque. E’ infatti giunto il momento che il dovere di rivedere il paradigma del cibo venga preso sul serio ovunque e da chiunque” – ci ha spiegato Vandana Shiva.
Ascoltate le parole di Vandana Shiva ai microfoni di GreenMe (VIDEO) nella nostra intervista in esclusiva.
Marta Albè
Fonte foto: libertino.is